VIAGGIO FRA LE REGIONI D’ITALIA, TRA STORIA, ARTE E GOLA

02.02.2014 21:26
 La Puglia, conosciuta anche come “Le Puglie” e i suoi territori: Bari
 
 
La Terra di Bari corrisponde alla parte centrale della Puglia (l’area in cui qualche millennio fa si erano stabiliti i Peucezi), un territorio vasto che ruota attorno al capoluogo sviluppandosi a nord e a sud lungo la costa e a ovest con l’altopiano delle Murge, ancora oggi uno dei paesaggi più integri.
L’area a nord di Bari, dominata dagli uliveti, affianca cinque popolosi comuni (Giovinazzo, Molfetta, Bisceglie, Trani e Barletta), ricchi di testimonianze storiche e importanti architetture, siti archeologici e chiese rupestri.
 
Molfetta
Abitata fin dalla preistoria come indica il ‘pulo di Molfetta’, dolina di 150 metri di diametro in cui sono stati rinvenuti reperti dell’età neolitica) può vantare un centro storico a pianta ellittica percorso da una fitta rete di viuzze su cui si affacciano antiche costruzioni tra cui la Sala dei Templari (XII secolo) che risale ai tempi delle crociate, vera fortuna per l’economia locale.
Sempre del XII secolo è il Duomo vecchio, una delle più importanti chiese romaniche della Puglia.
 
   
 
La zona è famosa anche per le splendide ciliegie nere
(tra le varietà più pregiate la ‘Ferrovia’ 
   in cui il singolo frutto può raggiungere anche i 20 gr) con cui si può concludere degnamente
   un pasto di squisitezze con orecchiette di grano arso e frutti di mare e pesce freschissimo.
Bisceglie
  La campagna intorno presenta immersi negli ulivi, oltre alle ‘torri d’avvistamento’, numerosi ‘dolmen’ (tra i quali, particolarmente significativo, quello conosciuto come La Chianca ) 
e luoghi di culto quali la chiesa d’Ognissanti (già citata nel 1158) e il tempio di Giano dalle originali particolarità architettoniche.
  Memoria gastronomica delle incursioni saracene è la colva, piatto tradizionale (si prepara il 2 novembre) a base di grano bollito condito
con vinocotto, mandorle tritate, pezzetti di noce e di cioccolato e chicchi di melograno.
 
Trani
Qui un gioiello del romanico pugliese: la Cattedrale che sorge maestosa sul promontorio ed è inserita tra porto e castello, secondo uno schema molto diffuso sulle due coste dell’Adriatico. Bianca e affascinante tra il blu del cielo e quello del mare, ha la particolarità di racchiudere tre chiese al suo interno.
Le cattedrali romaniche sono presenti in molte località: Trani e Ruvo di Puglia sono i due terminali di un percorso unico e affascinante.
Un’emozione da vivere è il ritorno dei pescatori con le reti stracolme di guizzante pesce da gustare poi in uno dei tanti locali, tra 
ristoranti e osterie, che offrono una cucina di qualità.
 
Barletta
Oltre a essere la città della celebre sfida del 1503 (ricordata ogni anno con una pittoresca manifestazione in ‘Piazza della Sfida’), una specie di incontro a squadre Francia-Italia con la nostra capitanata da Ettore Fieramosca, vanta l’imponente Castello Svevo, 
il Duomo iniziato nel XII secolo in stile romanico e terminato due secoli dopo in quello gotico e l’affascinante Pinacoteca De Nittis
in cui si possono ammirare i dipinti di questo straordinario suo figlio. Sono solo alcune delle tante suggestioni artistiche da integrare con quelle di una cucina semplice e gustosa basata sulla cultura contadina delle erbe spontanee, sulle splendide patate
di Barletta (o della vicina Zapponeta) e sull’extravergine (croatina è la cultivar dominante). Abbinamento d’obbligo il Nero di Troia.
 
 
E ancora
Luogo storico per eccellenza è Canne della Battaglia, oggi un’area archeologica che comprende l’antica città di Canne, alcuni luoghi di culto cristiano e un villaggio àpulo (del VI secolo a.C.) che aveva assorbito due precedenti insediamenti, uno neolitico e uno dell’età del bronzo.
L’esplorazione delle vicine Murge (sterminato parco nazionale di 3.781 ha) non può non cominciare con la Salina di Margherita di Savoia (la produzione annua di 5-7 milioni di quintali di sale di qualità è un record europeo). Sull’altopiano si godono ampi panorami collinari dalla vegetazione fuori dal comune, dominati in basso da mandorleti, uliveti e vigneti e in alto dai pascoli. Qua e là s’indovinano masserie e ovili: la pastorizia domina, infatti, le fasce più alte.
Molte sono le cittadine ricche di suggestioni culturali come Bitonto in cui accanto alla Cattedrale (XII secolo), interessante commistione tra la cultura normanna e benedettina, si possono ammirare palazzi nobiliari e diversi musei e pinacoteche.
Notevole per la fusione del romanico con il gotico è la Cattedrale di Ruvo di Puglia che presenta inoltre un ipogeo di pari dimensioni in cui si snoda un ‘percorso nel tempo’ tra sepolture, canali, mosaici e antichissimi luoghi per il culto.

È nel territorio di Adria (nota anche per essere la capitale dell’extravergine di cultivar Coratina) che sorge il Castel del Monte, uno dei simboli della Puglia da quando Federico II lo fece costruire. Visitarlo emoziona tuttora: sembra che gli effetti dei numerosi riferimenti alchemici ed esoterici propri delle culture nordiche e orientali fuse nella sua realizzazione siano rimasti inalterati attraverso i secoli. Bene salvaguardato dall’Unesco, si staglia da lontano nel paesaggio delle Murge ed è di riferimento anche per i cultori del buon bere perché molte e ospitali sono le cantine del circondario. Accanto al vino e all’extravergine (dop Castel del Monte) sapori tradizionali come quello del pecorino Canestrato dop o più recenti (tartufo nero ad esempio) sono al di sopra di ogni dieta.
Sempre ad Adria è intrigante una sosta nell’Orto didattico di Montegrosso in cui conoscere un numero incredibile di erbe officinali (tra cui svariati tipi di salvia), cime di rape e zucche.
 

In autunno le Murge offrono un incontro indimenticabile con il fungo cardoncello (vi è anche una saporitissima sagra a Minervino Murge) che in passato per la
sua bontà venne messo all’indice dal Santo Uffizio (i cui membri erano esclusi essendo al di sopra di ogni tentazione) perché distoglieva i fedeli dalla penitenza
a causa delle sue presunte virtù afrodisiache. In realtà il cardoncello è protagonista di piatti paradisiaci in qualsiasi modo venga cucinato: in umido o con il pane
smollicato e con la pasta o con la carne.

Minervino Murge, nota anche come il ‘Balcone delle Murge’ per dominare la valle dell’Ofanto, conserva tracce della dominazione Saracena
(antico quartiere della Scesciola) e può vantare prodotti tipici (presenti in tutta l’alta Murgia) quali la salsiccia a punta di coltello da gustare a fette,
così come la pzzntel saporitissima salsiccia fatta con le parti meno pregiate del maiale.

Particolarmente affascinante Gravina in Puglia sia per la sua storia (in origine era Silvium fondata nel VII secolo a.C. dai Peucezi), sia perché merita la definizione di ‘città d’arte’ per i molti edifici laici e religiosi e le istituzioni culturali che la caratterizzano, sia per alcuni sapori ‘rari e sublimi’ come quelli del Pallone (un formaggio locale) e del Sassanello, un dolce impastato con vincotto di fichi e il marzapane.
Comunque in tutte le cittadine dell’altopiano da Adria a Canosa di Puglia vi sono segni di una cultura antica (cattedrali, edifici pubblici, palazzi privati e strutture urbane dei centri storici) che meritano una sosta
 
                     
    
Percorso museale ad Altamura Un’esplorazione per quanto rapida delle Murge non può ignorare Altamura (l’area, sebbene abitata fin del II millennio a.C., si è sviluppata come centro urbano con i Peucezi), altra città in cui è forte l’impronta di Federico II. La cattedrale, numerose chiese, il centro storico e il Museo archeologico sono alcuni dei suoi ‘fiori  all’occhiello’. Caratteristici di Altamura sono i ‘Claustri’ (ve ne sono circa 200) che testimoniano architettonicamente la convivenza di comunità religiose diverse.
 
Un percorso museale ‘speciale’ è quello tra gli antichi forni a legna (alcuni risalgono al Cinquecento) dove, oltre a capire il pane di Altamura dop (uno dei più buoni  d’Italia) ottenuto da semole rimacinate di grani duri di diverse varietà, tutte locali: lo si può degustare e farne una scorta.
Eccezionali sono anche i legumi di Altamura: dai fagioli bianchi piccoli e panciuti, alle lenticchie gialle dal sapore naturalmente speziato, ai ceci neri caratteristici di tutta  la Murgia.
Dal pane di Altamura agli spiedi di carne di Santeramo in Colle la distanza è breve, ma anche non lo fosse, un buongustaio non li può ignorare: cotti nel forno a  legna, rosolano con le cipolle di Acquaviva e patate locali, innaffiati dal Primitivo insaporito, secondo tradizione, da percoche o sedano. Da non dimenticare gli involtini e le semplici bistecche (anche di carne di cavallo).
Affascinanti nei dintorni il pulo di Altamura e la grotta di Lamalunga, che presentano numerose testimonianze preistoriche, e a Pontrelli la più ricca concentrazione mondiale di impronte di dinosauro (circa 30.000).
 
 A sud di Bari…
 
 Il territorio è dominato da viti e ulivi, caratterizzato da piccoli centri urbani ricchi di storia come Mola di Bari (l’antico porto in cui si imbarcavano
i crociati per le loro  spedizioni di fede e di conquista) con un centro storico medievale dominato
dall’imponente e stupendo castello 
fatto costruire nel 1278 sul vicino promontorio
da Carlo I d’Angiò. 
Oggi il porto accoglie i pescherecci con i loro carichi di ottimo pesce azzurro. Protagonisti di prelibati piatti sono acciughe e frutti di mare, ma anche fagioli e rape.
Da non perdere la sagra del polpo (solitamente nel primo weekend di agosto).
Conversano
Chi ama il sapore del tempo non lo deve ignorare, qui può visitare le testimonianze del periodo peucezio: 
resti delle ‘mura megalitiche’ e tombe del IV e III secolo a.C.
Sono fonte di notevole interesse la pinacoteca e numerosi edifici di culto: tra questi nelle vicinanze la graziosa e particolare (ha la pianta a quadrifoglio) chiesa di  
S. Caterina probabilmente dell’XI secolo. E, ovviamente in stagione, non vi è nulla di meglio che ritemprarsi tra una visita e l’altra con le famose e gustosissime ciliegie di Conversano.
La costa è caratterizzata da numerose cavità - frutto di processi di erosione in atto già nella preistoria, spesso utilizzate nei secoli come rifugi o abitazioni, come la grotta Palazzese
 
Polignano a mare
Citata da Diderot nell’Encyclopédie, attualmente ospita un ristorante. Interessante, anche per le ragioni storiche che l’hanno determinata, la configurazione del centro storico della cittadina sviluppato parallelamente al mare con un fronte continuo di case.
Chicche gastronomiche sono le deliziose carote e le patate novelle che in occasione della sagra possono essere gustate in infiniti modi e, tra le varie ‘sagre’ che esprimono un’autentica cultura popolare, da non perdere quella dell’Impanata a Castellana dedicata all’Incapriata di purea di fave, cicorielle e pezzetti di pane casereccio raffermo.
Castellana è una meta obbligata per chi ama i capolavori della natura: le sue universalmente famose grotte sono un complesso d’incomparabile bellezza reso ancor più affascinante dalla scenografia di stalattiti e stalagmiti opera dell’abile mano del tempo. Facili e sicuri percorsi (durata dai 50 minuti alle due ore) rendono fruibile a tutti tale meraviglia.
 
Un altro centro dai molteplici interessi è Putignano: i ritrovamenti peucezi, la chiesa Madre (del XII secolo come struttura iniziale)
e un Carnevale tra i più belli d’Italia soddisfano curiosità culturali e voglia di divertirsi.
Protagonista del Carnevale è il giullare Farinella che è anche un antico piatto contadino a base di sfarinato di ceci e orzo tostato.
Attraverso boschi alternati a pascoli si giunge alla città dell’enogastronomia cioè a Noci (nota anche per il Parco Letterario ‘Formiche di Puglia’ dedicato
alla cultura delle tradizioni) dove si trovano i taralli fatti a mano e impastati con l’extravergine, gustose trecce invece di mozzarelle semplici e la burrata        
ripiena di ricotta, solo per citare alcune delizie da abbinare all’ottimo Primitivo di Gioia del Colle doc.
Se la ristorazione locale offre un viaggio nei sapori di una volta, è negli eventi enogastronomici di alto livello (vino novello e castagne, pettole fritte e cioccolato) ospitati in autunno nelle ‘gnostre’ (corti medievali con un solo accesso) che si respira la gioia di vivere di un popolo che ha saputo creare in grande con poco.
Salvatore Longo